a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

domenica 29 settembre 2013

Porto di Genova, la competitivà sconfitta dalla burocrazia?

La recente inchiesta di Riccardo Iacona per PresaDiretta sui trasporti italiani ha evidenziato, tra l’altro, la scarsa competitività del porto di Genova causata principalmente dalle lungaggini burocratiche determinate dai molteplici controlli doganali, che richiedono, nel caso di Genova, anche 10 e più giorni per poter procedere allo sdoganamento dei containers. La realizzazione del Terzo Valico comporterebbe per inciso, sempre secondo il reportage, dopo vent'anni di lavori, l'accorciamento dei tempi di percorrenza di "ben" 20 minuti.

Il tema delle lungaggini doganali non risulta nuovo, come testimonia l’articolo di Raul de Forcade su Il Sole 24 Ore del 1° dicembre 2010

In esso Roberta Oliaro, l’allora presidente degli spedizionieri del porto di Genova, affermava che la vera problematica da risolvere al più presto riguardava, a suo avviso, proprio i tempi di sdoganamento delle merci, determinati dai molteplici controlli in sede doganale. 

sabato 28 settembre 2013

Il nuovo DDL regionale sul trasporto pubblico locale, la lettura del testo conferma che siamo sulla strada giusta

A seguito dell'esame della bozza di Legge Regionale sul trasporto pubblico locale, abbiamo avuto conferma di quanto anticipato in un precedente articolo, ossia l’introduzione dell’Agenzia regionale per il trasporto pubblico locale, che presuppone una tipologia di governance finalmente unitaria e integrata della mobilità ligure. 

Lasciando alla lettura di dettaglio l'analisi dei diversi articoli della legge e il raffronto con le sue precedenti versioni, possiamo dire, in sintesi, che ci sembra positivo l'aver imboccato una strada, quella dell'Agenzia appunto, che da tempo avevamo individuato e proposto quale strumento efficace per pianificare le scelte e ottimizzare le risorse, migliorando i servizi. 

giovedì 26 settembre 2013

Urbanistica, polemica disciplinare e assenze politiche

L’Urbanistica attraversa una fase difficile, oggetto di disinteresse da parte della politica e dei media. Eppure è solo con l’Urbanistica che è possibile pianificare e promuovere uno sviluppo organico del territorio. La legge vigente, e che risale al ’42, non è più lo strumento adatto per le esigenze attuali ed appare sempre più impellente la necessità di una riforma.

mercoledì 25 settembre 2013

Urbanistica, politica e l’Inu



Oggi il tema del governo del territorio è completamente assente dall’agenda politica, assorbita totalmente dalle questioni istituzionali e della spesa pubblica. Anche il tema dell’area vasta interessa solo per l’abolizione delle province, mentre occorrerebbe una approfondita riflessione a partire da una altrettanto approfondita ricerca sulla struttura amministrativa in relazione alle diverse geografie, di natura ambientale, socioeconomica e di governo dei servizi, che quasi sempre superano gli attuali confini amministrativi e alle quali quasi sempre vengono date soluzioni non commisurate ai problemi che pongono.

martedì 24 settembre 2013

Genova, Città Metropolitana: la questione dei confini amministrativi attraverso alcuni studi messi a confronto

I confini amministrativi di Genova hanno subito negli anni diversi cambiamenti, anche molto importanti. Dal 2014 la nascita della Città Metropolitana porterà un nuovo, significativo cambiamento dei confini amministrativi della città di Genova, che si estenderanno fino a comprendere tutta la Provincia. 
Ma la questione della delimitazione di un'area metropolitana non si può ridurre ad una meccanica trasposizione dei confini provinciali. Questo articolo si propone di fare una ricognizione di alcune proposte avanzate negli anni passati per individuare i territori che, dal punto di vista demografico e delle relazioni socio-economiche, sono quelli che possono concretamente dirsi facenti parte dell'area metropolitana di Genova: come si vedrà, praticamente mai essi coincidono con la totalità del territorio della Provincia, mentre in alcuni casi le relazioni territoriali travalicano gli stessi confini provinciali e regionali.

domenica 22 settembre 2013

Cna Vicenza supporta la proposta della nuova area metropolitana "Vivrò"

pubblicato su Vicenzapiu.com

CNA Vicenza - “Unire Vicenza, Verona e Rovigo può essere la strada per una riorganizzazione del territorio e il potenziamento delle infrastrutture”. Anche CNA Vicenza, nelle parole del presidente Silvano Scandian, esprime il proprio parere favorevole all’ipotesi di una nuova area metropolitana, nella logica di creare un soggetto istituzionale di area vasta con poteri veri e maggiori rispetto a quelli delle attuali province.

Crescere e creare sinergie per il miglioramento dei servizi e per la competitività del nostro territorio. “La nostra associazione vede positivamente l’ipotesi dell’area vasta. La dimensione comunale e provinciale, in tempi di patto di stabilità e di spending review, non sono più sufficienti – continua il presidente di CNA Vicenza Silvano Scandian - per dare risposte concrete ai molti problemi e alle esigenze dei territori e dei cittadini. Unire Vicenza, Verona e Rovigo può essere la strada. Per ottenere risultati e risposte. A partire dal miglioramento di servizi come l’acqua e i rifiuti, passando per l’ottimizzazione dei trasporti e l’ampliamento della banda larga fino ad arrivare all’efficienza energetica, alle fiere e alle università. Anche i nostri artigiani avrebbero dei vantaggi. Aggregare più territori significa creare nuove opportunità di relazione e di lavoro. Insomma se rimaniamo allo stato attuale siamo davvero troppo piccoli e avanza il rischio di indebolire l’intero sistema veneto.” Su questa strada CNA Vicenza ha un dialogo aperto con le altre CNA del territorio per rispondere al meglio alle esigenze delle imprese. Un’operazione di carattere economico e amministrativo, oltre che culturale. Ampliare i confini della Provincia di Vicenza per unire i bisogni omogenei alle realtà limitrofe e affrontarli insieme risparmiando risorse e rafforzandone la capacità di azione.

sabato 21 settembre 2013

PUMS e Città Metropolitana

Il Comune  di Milano ha avviato il processo di approvazione del PUMS (Piano Urbano delle Mobilità Sostenibile) che prevede un percorso di partecipazione aperto alla città e ai soggetti istituzionali e non istituzionali, coinvolti e interessati.
 
Le “Linee di Indirizzo del Piano Urbano della Mobilità” sono state approvate dalla Giunta Comunale e in dieci punti impostano il percorso da seguire per costruire la Milano del futuro:

- impostare una visione metropolitana del sistema

- sviluppare le infrastrutture per il trasporto pubblico

- potenziare il servizio ferroviario

- rendere sostenibili l’accessibilità alle nuove aree di trasformazione urbanistica

- innalzare i livelli di sicurezza, diffondendo le aree pedonali e le isole ambientali

- facilitare e sostenere la ciclabilità

- razionalizzare l’impiego dei veicoli a motore (Area C, sistemi di sharing e soluzioni smart)

- rendere efficiente il sistema della sosta

- promuovere lo sviluppo per una nuova logistica delle merci urbane

- superare le barriere e rendere la città più accessibile per tutti.

Per  la prima volta   le nuove linee di indirizzo ragionano strategicamente   in ottica metropolitana   con l’obiettivo  di superare l’approccio frammentario ed emergenziale che ha caratterizzato  gli interventi  l’ultimo decennio, e di coinvolgere tutti i comuni del territorio metropolitano.

Si tratta di un’  occasione importante  per  cominciare  a costruire la Città Metropolitana   dal  tema più sentito dai cittadini e dagli amministratori locali.  Solo riuscendo a sperimentare nuove modalità di gestione condivisa  con tutti i comuni del territorio e una forte programmazione su scala metropolitana sarà  infatti  possibile costruire la futura Città Metropolitana migliorando l’offerta del trasporto pubblico   e  affrontare  insieme i problemi  della  realizzazione  di una rete di trasporto pubblico più diffusa,  di avere a disposizione  più efficienti  moderni e confortevoli mezzi di trasporto,  della riorganizzazione della logistica urbana delle merci,  della realizzazione di una rete di percorsi ciclabili diffusa; condizioni indispensabile per garantire una migliore qualità di vita ed un efficace ed universale sistema di mobilità individuale

Per questo  un incontro specifico il  30 SETTEMBRE 2013 P.zza  Duomo, 14 – Palazzo Reale – Sala Conferenze – 3° piano – ore 14.30 – 17.00  è programmato con il titolo:  TAVOLO MOBILITA’ SOVRA LOCALE – VERSO LA CITTÀ METROPOLITANA  in collaborazione con l’Assessorato all’Area Metropolitana. L’incontro è rivolto in particolare ai sindaci, agli assessori , ai tecnici  dei Comuni e agli Operatori del trasporto pubblico.

I temi che verranno discussi sono: risorse; Servizi, reti e politiche: TPL, Ferrovie, Parcheggi interscambio; Accessibilità ai Poli sovra locali.
Il Comune  di Milano ha avviato il processo di approvazione del PUMS (Piano Urbano delle Mobilità Sostenibile) che prevede un percorso di partecipazione aperto alla città e ai soggetti istituzionali e non istituzionali, coinvolti e interessati . - See more at: http://www.milanocittametropolitana.org/pums-e-citta-metropolitana/#sthash.nvBCEysq.dpuf
Il Comune  di Milano ha avviato il processo di approvazione del PUMS (Piano Urbano delle Mobilità Sostenibile) che prevede un percorso di partecipazione aperto alla città e ai soggetti istituzionali e non istituzionali, coinvolti e interessati . - See more at: http://www.milanocittametropolitana.org/pums-e-citta-metropolitana/#sthash.nvBCEysq.dpuf
Il Comune  di Milano ha avviato il processo di approvazione del PUMS (Piano Urbano delle Mobilità Sostenibile) che prevede un percorso di partecipazione aperto alla città e ai soggetti istituzionali e non istituzionali, coinvolti e interessati . - See more at: http://www.milanocittametropolitana.org/pums-e-citta-metropolitana/#sthash.nvBCEysq.dpuf

sabato 14 settembre 2013

L'Agenzia regionale ligure per il trasporto pubblico, finalmente

Il nuovo testo di legge che dovrebbe riformare il trasporto pubblico locale è stato illustrato dall'Ass. Vesco alla giunta regionale e prevede gare aperte ad associazioni temporanee di imprese oltre che un'agenzia unica per la gestione e il recupero dell'Iva.

Tramontata l'ipotesi di una azienda unica, una idea che a nostro giudizio non dava garanzie di buon funzionamento della gestione del tpl, pare farsi strada l'ipotesi di un bacino unico regionale per il trasporto pubblico.
La cosa non può farci che piacere, come già ebbimo modo di illustrare su questo blog nell'articolo
 
tenuto conto che il modello illustrato in tale articolo si adatta totalmente anche all'insieme del trasporto regionale.

Si prospetta quindi la nascita di un bacino unico regionale per il trasporto pubblico, con una maggiore integrazione tra gomma e ferro.

La Regione diverrebbe, a nostro avviso correttamente, la vera autorità di governo con le funzioni di stazione appaltante del servizio e gestione del contratto su tutto il bacino regionale, compiti che verranno svolti attraverso una specifica agenzia regionale, che sarà costituita con la partecipazione degli enti locali (Province e Comuni capoluogo).

In attesa di poter leggere il testo definitivo della legge, ci auguriamo che tale Agenzia abbia tra i suoi compiti, oltre alla gestione, monitoraggio e promozione del servizio, abbia quello, fondamentale, della sua pianificazione complessiva e integrazione a tutti i livelli. Questo è infatti l'aspetto che fino ad oggi è mancato maggiormente ed ha determinato, come si è visto, inefficienze e sprechi di risorse.

Le Province parteciperanno all'approvazione dei piani di bacino ma non avranno più compiti operativi sul servizio.

Positivo appare il meccanismo che dovrebbe permettere il risparmio dell'Iva attualmente pagata dalle aziende di trasporto, e che consentirà in futuro di risparmiare, nell'arco di tre anni, una somma di circa 6 milioni di euro, destinandoli al servizio stesso.

giovedì 12 settembre 2013

Costa ed entroterra del territorio genovese: un comune declino?

Un’analisi della variazione della densità demografica di un’area in un dato periodo può dare interessanti informazioni circa le dinamiche demografiche, che sono dovute sia ai movimenti naturali (nascite, decessi) sia a quelli migratori, che a loro volta sono influenzati dai fattori geografici (accessibilità ai servizi ed alle infrastrutture) e da quelli economici (mercato del lavoro, presenza di aziende).

La densità di popolazione è espressa come rapporto tra il numero di persone che risiedono in una determinata area e la superficie dell’area stessa[1].

Analizzando i dati Istat relativi al periodo 2000 – 2009 si evidenzia un trend di crescita della densità di popolazione in Liguria quantificabile in un +2,23%. Nello stesso periodo, la crescita nazionale della densità demografica si è attestata su un +5,60%, più del doppio del dato ligure.

domenica 8 settembre 2013

Città Metropolitana, a che punto siamo?

Il ministro per le Autonomie locali del Governo Letta, Graziano Delrio, ha annunciato nei mesi scorsi che si profila come necessaria una riforma dell’ordinamento in tempi brevi, e ha presentato tre provvedimenti: 
  1. una Proposta  di Legge di revisione  Costituzionale, approvato dal consiglio dei ministri il 5 luglio 2013 che cancella le provincie e rivede il profilo istituzionale delle Città Metropolitane; 
  2. una Proposta di Legge approvato il 26 luglio 2013 dal Consiglio dei Ministri , con le nuove disposizioni sulle Città Metropolitane 
  3. un Decreto Legge (93/2013), non ancora convertito  in legge sul commissariamento delle provincie.
Di seguito i testi degli ultimi  Progetti di legge  e del decreto legge:

DDL revisione costituzionale delle Province del 5.7.2013

DDL Del Rio, 26 luglio 2013

Decreto legge n. 93/2013;

sabato 7 settembre 2013

Città metropolitane: uno studio su come cambieranno le nuove aree

pubblicato su Il Sole 24 Ore 04-09-2013

La città metropolitana di Torino grande una volta e mezzo il Molise, quelle di Bari, Bologna e Firenze più estese dalla Valle d'Aosta. Le elaborazioni del Centro di documentazioni e studi Anci-Ifel disegnano la mappa delle future dieci città metropolitane di Milano, Napoli, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Reggio Calabria e Roma, confrontando le loro caratteristiche attuali con quelle future se coincidessero pienamente con il territorio delle Province omonime.

domenica 1 settembre 2013

Nuovo PTR: quale visione strategica per il rilancio della Liguria?


In quale modo il Piano Territoriale Regionale in itinere pone le basi per il futuro sviluppo socio-economico della Liguria?
Un documento dell’Ordine degli Architetti di Imperia analizza la bozza del PTR evidenziandone le criticità e i nodi ancora irrisolti.


La Liguria si presenta attualmente come un territorio che, pur avendo molte potenzialità dovute essenzialmente alla sua favorevole posizione climatica e paesaggistica, oltre che geografica configurandosi quale “porta” marittima del Nord Europa, presenta tuttavia da diversi anni i segnali inconfondibili del declino, tra cui: popolazione in calo e sempre più anziana, valore aggiunto che si va riducendo, livello di disoccupazione più alto rispetto alla media del Nord-Ovest, un numero significativo di attività che chiudono.

Il nuovo Piano Territoriale Regionale, attualmente in itinere, pone a base delle sue scelte l’esigenza di arrestare il consumo di suolo, proponendo per le aree extraurbane una visione basata sostanzialmente su un utilizzo agricolo del territorio.

Ora, se questa visione è condivisibile per quel che riguarda l’esigenza di salvaguardare e tutelare la qualità ambientale e paesistica della Liguria, che deve costituire il substrato e la condizione di fondo per il suo sviluppo economico, l’agricoltura (che, pur configurandosi quale fenomeno estremamente positivo per il presidio del territorio, in Liguria molto raramente va oltre la sussistenza o, al più, il prodotto di nicchia) non appare sufficiente per interpretare l’idea di rilancio economico necessario a invertire l’andamento negativo del quadro socio-economico della regione.

La salvaguardia del territorio nel suo complesso, intesa come ricerca della qualità dell’ambiente e dei tessuti insediati, deve costituire indubbiamente il presupposto, la condizione per uno sviluppo socio-economico sostenibile e qualificato, ma da sola non garantisce il superamento delle attuali criticità.

Il PTR dovrebbe avere il compito di individuare quelle filiere che su tale substrato possono innestarsi avviando rapporti di reciproca valorizzazione: il turismo ambientale e culturale, certo, ma anche la ricerca, l’hi-tech, le manifatture e l’artigianato compatibili ambientalmente con il territorio che dovrà essere sempre più interconnesso ed integrato, offrendo le stesse opportunità di vita tanto a chi abita le zone costiere quanto a chi presidia l’entroterra.

Nuove attività capaci di dare lavoro a giovani qualificati ed in grado di generare alto valore aggiunto vanno individuate, e quindi invogliate ad insediarsi nella nostra regione mediante opportuni meccanismi di incentivazione che ne facilitino la localizzazione semplificando, in primis, i passaggi burocratici.

Il declino della nostra regione può essere fermato solo avviando un patto tra generazioni che veda nello sviluppo sostenibile e nella rigenerazione economica di lungo periodo la chiave per risolvere l’attuale dicotomia tra l’esplosione del fabbisogno di spesa sociale dovuta alla crescita del numero di anziani e la progressiva riduzione di giovani attivi in grado di portare quel valore aggiunto necessario a mantenere, e possibilmente espandere, il livello di welfare in termini di sanità, assistenza, garanzia dei diritti.   


Scarica il documento in .doc