a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

domenica 27 ottobre 2013

Fondi europei 2014-20, ci sarà un Pon per le 13 grandi aree metropolitane

Ai programmi integrati per le città andranno 3-4 miliardi di euro - Programmi nazionali da definire entro quest'anno

di Alessandro Arona
pubblicato sul Il Sole 24 Ore del 23/05/2013

Le città grandi e medie si preparano all'appuntamento, ormai vicino, con i fondi europei 2014-2020. 
Quasi sicuramente ci sarà in Italia un Pon (programma operativo nazionale) per le 13 città metropolitane (Torino, Milano, Genova, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Messina-Reggio Calabria, Catania, Palermo, Cagliari) e all'interno dei Por regionali un spazio per le città medie titolari di importanti funzioni urbane; e infine specifici programmi per il rilancio delle "Aree interne".

giovedì 17 ottobre 2013

Call for papers, conferenza Metropoli e regioni, Parigi, aprile 2014

Conferenza internazionale «Metropoli e regioni, tra competizione e complementarità. Punti di vista incrociati tra Francia e Italia » 9, 10, 11 aprile 2014, Parigi.

In un contesto caratterizzato da una proliferazione di dibattiti e riforme riguardo alle reti di livello metropolitano in Europa, questa conferenza internazionale intende contribuire all’attuale discussione sui rapporti tra scala regionale e metropolitana, mettendo a confronto il punto di vista territoriale e quello delle politiche pubbliche, e privilegiando in particolare la comparazione tra Francia e Italia. Organizzato dalla Scuola francese di Roma, con l'UMR Géographie-cités (Universités Paris-Diderot et Paris 1, CNRS) e il Lab’urba (Université Paris-Est), con la collaborazione delle Università di Roma e Torino, la conferenza riunirà docenti e ricercatori di geografia, pianificazione, storia, scienze politiche e sociali, e responsabili politici e tecnici della pianificazione metropolitana e regionale.

martedì 15 ottobre 2013

Un biglietto unico per treni Sfm, metro, tram e bus

Con un solo biglietto a Torino e nella cintura si può d’ora in poi viaggiare sui treni del Servizio ferroviario metropolitano, tram, bus e metro.
Questa nuova tappa della rivoluzione dei trasporti piemontesi è stata presentata il 14 ottobre nella stazione Torino Rebaudengo-Fossata dall’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino, e dal presidente dell’Agenzia per la mobilità metropolitana, Claudio Lubatti.

I nuovi biglietti sono di tre tipologie: U, che costa 2 euro, dura 90 minuti e consente di usare la metro e le linee ferroviarie di Trenitalia e Gtt entro i limiti urbani di Torino (Stazioni Stura, Lingotto, Madonna di Campagna); A, 2,50 euro con validità 90 minuti per usare metro e treni entro i limiti della prima cintura (stazioni di Caselle città, Settimo, Chieri, Pessione, Candiolo, Alpignano); B, dal costo di 3 euro e validità di 120 minuti per viaggi sulla rete urbana e suburbana Gtt, sulle linee ferroviarie entro la seconda cintura. (stazioni di Ciriè, San Benigno, Brandizzo, Villastellone, None, Rosta) e sulle linee automobilistiche extraurbane gestite dal Consorzio Extra.To, limitatamente alle corse che collegano Torino con Ciriè/S. Maurizio Canavese, S. Benigno Canavese/Volpiano, None, Rosta.

lunedì 14 ottobre 2013

La Società Geografica Italiana ridisegna la geografia delle province italiane

Visualizza la carta dell'Italia secondo la proposta SGI

Via i confini regionali, le Province italiane si riducono a circa 35. E’ la nuova mappa amministrativa ridisegnata dalla Società Geografica Italiana e presentata venerdì 8 marzo in occasione del workshop “Il riordino territoriale dello Stato. Riflessioni e proposte della geografia italiana”.

La proposta della Società Geografica per il riordino territoriale dello Stato nasce dagli studi che nel corso degli ultimi vent’anni la Società Geografica stessa ha sviluppato a partire dal “progetto 80”. Tale documento può essere considerato il padre di tutte le riflessioni successive, essendo stato redatto dalla parte più sensibile e innovativa dei territorialisti, raccolti attorno alle prime esperienze italiane in tema di pianificazione territoriale, quando a metà degli anni Settanta si immaginò di ridisegnare l’assetto italiano per adeguarlo alla modernizzazione del sistema insediativo e dell’apparato produttivo.

domenica 13 ottobre 2013

Aspettando le città metropolitane. Intervista a Marco Magrassi.

 di Francesca Battistoni

Le città metropolitane sono le maggiori aree urbane del Paese nelle quali si concentrano grandi potenzialità di sviluppo insieme a problemi e contraddizioni - sociali, economiche ed ambientali - che la crisi ha acuito. Da come si avvierà il percorso non solo istituzionale, ma di effettiva integrazione territoriale e di pianificazione strategica condivisa, dipenderà la possibilità di farne un veicolo fondamentale per la ripresa dell'Italia.

Abbiamo chiesto a Marco Magrassi, esperto di politiche urbane dell'Unità valutazione degli investimenti pubblici del Dipartimento per le politiche di sviluppo del Ministero dello Sviluppo economico che interverrà nel convegno “Programmazione europea e città metropolitane” di raccontarci a che punto è la norma che delinea le città metropolitane e come cambierà il governo locale.

sabato 12 ottobre 2013

Ok le città, ma metropolitane

pubblicato su Il Sole 24 Ore del 12-10-2013

di Gianni Trovati


Sono solo dieci, ma ospitano più di 18 milioni di italiani, generano quasi il 35% del prodotto nazionale lordo e concentrano nel proprio territorio il 54% dei corsi di laurea. Insomma: una buona fetta delle chance di ripresa e sviluppo del Paese passano da qui, dalle metropoli di casa nostra, ma sul loro destino finora leggi e ordinamenti hanno prodotto tanti dibattiti e nessun fatto concreto. 
La prima legge di «riforma metropolitana» è andata in Gazzetta Ufficiale 23 anni fa, l'8 giugno del 1990, la Costituzione prevede le Città metropolitane dal 2001 ma ancora oggi Roma e Milano, Napoli e Torino sono regolate dalle stesse norme che governano Vercelli, che siede tranquilla in mezzo alla pianura piemontese del riso, o Cingoli, che dalle mura del suo borgo medioevale domina le colline marchigiane e guarda giù fino al Conero e all'Adriatico. Con il risultato che per scatenare le battaglie periodiche tra i grandi Comuni e l'hinterland basta un blocco del traffico o l'apertura di un cantiere: in queste condizioni, governare lo sviluppo e la complessità diventa un problema.

lunedì 7 ottobre 2013

L’area metropolitana genovese dal punto di vista dei Sistemi Locali del Lavoro

Abbiamo visto in un precedente articolo alcuni metodi per delimitare un’area metropolitana, prendendo quale esempio quella di Genova. Un altro metodo possibile per individuare un’area metropolitana è quello utilizzato per definire i sistemi locali del lavoro.

I Sistemi Locali del Lavoro (SLL), nell’accezione proposta dall’Istat, individuano aree (identificate e delimitate su tutto il territorio nazionale) dove la popolazione risiede e lavora e dove quindi tende ad esercitare la maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche. Dal punto di vista tecnico e metodologico i SLL sono costruiti dall’aggregazione di due o più comuni dove i flussi di pendolarismo giornaliero tra luogo di residenza e luogo di lavoro sono auto-contenuti.

venerdì 4 ottobre 2013

UPI: abolizione delle province, più costi, meno democrazia

Secondo un assai critico documento dell’UPI (Unione delle Province Italiane) l’abolizione delle province costituirebbe non solo un provvedimento attuato utilizzando un DDL che evidenzierebbe dei profili di incostituzionalità, ma provocherebbe, invece che un risparmio sui conti pubblici, un ulteriore aumento dei costi dovuto al moltiplicarsi dei centri di spesa quantificabile in 2 miliardi di euro di maggiori uscite.

Roma, 26 settembre 2013

Cosa prevede il DDL?
1. Le Province vengono svuotate delle funzioni amministrative e trasformate in enti di secondo grado. Le nuove Province non avranno organi eletti dai cittadini ma nominati dai sindaci dei grandi Comuni.
2. Abolisce le Province nelle aree metropolitane e le sostituisce con le Città metropolitane, enti di secondo livello. Il Sindaco della Città metropolitana non sarà eletto dai cittadini dei comuni dell’area metropolitana ma per legge è il Sindaco del comune capoluogo.
3. Obbliga i Comuni all’esercizio associato delle loro funzioni tramite le Unioni di Comuni.
4. Blocca qualunque processo di riorganizzazione dell’Amministrazione periferica dello Stato.
5. Rinvia il riordino delle agenzie, società ed enti strumentali.

giovedì 3 ottobre 2013

Città metropolitana e strategia Europa 2020

L’Europa sta puntando molto sulle Città metropolitane dedicandovi un programma operativo nazionale con i relativi finanziamenti. L’Italia è, come spesso accade, in ritardo rispetto ai tempi stabiliti soprattutto a causa dell’incertezza legislativa che rende incerto il percorso verso la creazione delle Città metropolitane e di conseguenza l’accesso ai fondi comunitari.
  
di Andrea Pasetti*
 
Nel clima politico surriscaldato di questi ultimi tempi è forse sfuggito a molti che in questo stesso periodo si stanno tracciando le linee fondamentali della programmazione dei Fondi europei 2014 – 2020.

Nelle intenzioni del Governo nazionale, le Città metropolitane saranno oggetto di uno specifico Programma operativo nazionale – PON, e di un “progetto di accompagnamento” da parte del Dipartimento Affari Regionali e Autonomie locali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.