a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

domenica 31 maggio 2015

mercoledì 27 maggio 2015

giovedì 21 maggio 2015

Città metropolitane, primi sei Statuti approvati a confronto

Un primo bilancio sulla vicenda degli statuti delle città metropolitane, in attesa che i nuovi enti partano davvero.

di Vittorio Italia - pubblicato su Il Sole 24 Ore del 19 gennaio 2015

Dal 1° gennaio 2015 è operativa la Riforma Delrio e le 10 Città metropolitane subentrano alle Province. Dall'inizio dell'anno sono partite 8 Città metropolitane su 10, ad eccezione di Reggio Calabria (a cui la riforma riserva una specifica tempistica) e di Venezia che, in considerazione dell'anticipato scioglimento del Consiglio comunale, vede slittare la procedura per l'entrata in funzione della Città metropolitana al 2015. Entro il 31 Dicembre 2014 sono stati approvati i primi 6 Statuti delle Città metropolitane di Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Bari. Gli Statuti delle Città metropolitane di Torino (è stato approvato il 14 aprile 2015, ndr)  e Napoli non sono stati ancora approvati dal Consiglio metropolitano. 

Difesa del suolo: la città metropolitana in soccorso ai Comuni con oltre un milione

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Doria: un milione contro il dissesto idrogeologico della Città Metropolitana

La situazione di rischio idro geologico della città metropolitana di Genova è particolarmente grave, come testimoniano le decine di frane e dissesti sui quali occorre intervenire. Nonostante quindi la situazione di incertezza economica in cui versa il nuovo ente a causa delle incertezze rigardo alle funzioni ad essa attribuite, il sindaco metropolitano Doria ha valutato necessario un impegno forte contro un problema che assilla tanto i comuni costieri quanto l'entroterra.

Ecco il nuovo "patto" per il Tigullio proposto dalle categorie produttive e dalle rappresentanze sindacali

Le richieste ai candidati alla prossime elezioni del 31 maggio vertono su sviluppo economico sostenibile e nuove infrastrutture da realizzarsi nei prossimi anni.

mercoledì 20 maggio 2015

Gara per il trasporto, la Regione vuole solo colossi

Sembrerebbe partire, a breve, la gara per l'affidamento del trasporto su gomma della Liguria. Il bando prevede l'affidamento ad un'azienda o gruppo di aziende in grado di fornire almeno 30 milioni di km in un triennio, il che incentiva raggruppamenti tanto di aziende locali, quanto di operatori provenienti dall'estero.

Non appare inutile ricordare, in questa importante occasione, che non basta affidare il servizio in un'unica soluzione, perchè ben più importante è capire come il servizio sia stato, a monte, pensato e progettato dall'Agenzia Regionale per il trasporto pubblico.

E quindi, come sono stati determinati, ad esempio, i servizi minimi? Come si coordinano i servizi su gomma con quelli su ferro? Quali sono le modalità di integrazione, se esistono, tra le due modalità di servizio pubblico (gomma-ferro)? Quali incentivi sono stati previsti, se vi sono, in funzione del miglioramento del servizio fornito agli utenti?

Ci piacerebbe che su queste ed altre questioni fosse fatta maggiore chiarezza, ad oggi ci pare che il confronto su questi temi sia decisamente scarso, in particolare nei confronti dei cittadini che sono i destinatari del servizio.

In fondo, tutti noi paghiamo già, con le tasse, almeno il 65% del servizio (come prevede la cosiddetta legge Burlando), che lo si utilizzi oppure no: questo è già un ottimo motivo perchè sulla gestione del trasporto pubblico e sulle sue modalità gestionali venga fatta la massima chiarezza.

giovedì 7 maggio 2015

Ma è la Regione l'ente più inutile

La Regione, nei suoi 45 anni di vita, si è dimostrata costosa, clientelare e inefficiente secondo Luigi Vicinanza de l'Espresso. A ben guardare, in effetti le Regioni hanno moltiplicato i centri di costo ed i conflitti con lo Stato, determinando situazioni legislative troppo diversificate tra i cittadini. 
Le Province costituiscono delle unità territoriali che meglio si prestano ad un reale governo di area vasta, mentre le Regioni appaiono sempre più dei micro-stati che però non sono stati in grado di determinare una maggiore efficienza nella governance territoriale, specie in certe materie di fondamentale importanza quali la sanità, i trasporti, le politiche di sviluppo economico, ecc.
E se fossero proprio le Regioni quelle da abolire? Certo, se non è troppo tardi.