a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

Perchè questo blog è nato

L’Area Metropolitana di Genova: nasce sul web uno spazio dedicato alla condivisione di analisi, riflessioni e proposte per lo sviluppo socio-economico della città e del suo territorio.


Il progetto di istituzione delle dieci Città metropolitane compreso nel decreto sulla spending review ha certo il merito di avere rilanciato il difficile tema del governo delle aree metropolitane, tuttavia aver inserito tale tema in un decreto le cui finalità precipue risiedono nella necessità di ridurre la spesa pubblica desta non poche perplessità, oltre a sollevare notevoli dubbi tanto sul piano costituzionale, quanto su quello dell’efficacia legislativa.

In Italia il tema del governo delle grandi aree urbane non costituisce una novità, eppure ancora oggi non si è trovato un modello condiviso dai diversi soggetti istituzionali e dalle forze politiche.

L’Area Metropolitana di Genova è stata oggetto di diversi provvedimenti legislativi: nel 1990 (L. 142, Ordinamento delle autonomie locali), e poi nel 2000 (D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali). L’area metropolitana è definita come l’insieme costituito dalla città di Genova e degli altri comuni i cui insediamenti hanno con essa rapporti di stretta integrazione territoriale e in ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonché alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali.

Con la legge regionale n. 12/1991, integrata dalla legge regionale n. 7/1997, la Regione Liguria
ha delimitato l’Area Metropolitana genovese, individuando i Comuni, tutti appartenenti alla Provincia di Genova, che ne fanno parte[1].

Tale definizione non pare tuttavia, stando alla lettura del testo della legge, il risultato di una analisi che vada oltre la necessità di dare una definizione burocratica-amministrativa della nuova entità, tanto è vero che i risultati in termini di azioni di modifica sul territorio (in termini di organizzazione e coordinamento) sono stati assai deboli per non dire nulli.

Si rende oggi più che mai necessaria una ridefinizione dell’Area Metropolitana essendo ormai obsoleta quella data dalla legge regionale, ripartendo dalle analisi e dai parametri di cui tener conto per stabilire quali elementi caratterizzano concretamente questa entità sovra comunale, prima di definirne i confini.

Genova è collocata al centro di un assetto policentrico regionale e sovra regionale caratterizzato da una gerarchia degli insediamenti.


Vi è l’esigenza di considerare da un lato l’autonomia storico-economica delle città minori e dall’altro l’esistenza di una forte interazione da un punto di vista urbanistico ed economico, ultimamente rafforzata  con l’introduzione degli ATO Acqua e Rifiuti.


E’ quindi necessario stabilire una strategia territoriale in grado di integrare, rendere coese e competitive le diverse realtà economiche del territorio genovese (si pensi, ad esempio, al turismo o alle economie di vallata) trovando il modo migliore di farle cooperare tra loro concorrendo ad aumentare il grado di competitività dell’intera area metropolitana a livello nazionale ed internazionale.


Non dimentichiamo il posizionamento strategico della città di Genova dal punto di vista marittimo che ne fa la porta del Nord-Ovest sul Mediterraneo e, da lì, sulle rotte oceaniche.


Probabilmente l’incertezza e le difficoltà legate alla necessità di definire fisicamente L’Area rispetto alla Città Metropolitana sono tra i motivi per cui il DL 95/2012 stabilisce, con una certa frettolosità semplificatoria,  che i confini della Città Metropolitana debbano coincidere con quelli della provincia soppressa. Nel caso di Genova si avrebbe il paradossale risultato che l’Area Metropolitana (individuata in precedenza) risulterebbe meno estesa della Città Metropolitana, che concettualmente vi è contenuta.

Come è facile intuire da queste poche considerazioni, restano in realtà molti punti da chiarire e da stabilire, dei percorsi alternativi da seguire, resta soprattutto da elaborare lo statuto[2] del nuovo ente: esso dovrà regolare aspetti organizzativi relativi all’organizzazione interna e al funzionamento degli organi, così come alle modalità di organizzazione ed esercizio delle funzioni. Dovrà, inoltre, regolamentare le forme di indirizzo e di coordinamento dell’azione complessiva di governo del territorio, individuando, ad esempio, gli strumenti che saranno utilizzati per pianificare e programmare le linee generali di politica in questo ambito. Dovrà prevedere, ancora, le modalità con cui la città metropolitana potrà conferire ai comuni, o alle loro forme associative, proprie funzioni, o riceverne.

Come si vede in questa breve sintesi, restano quindi tanti aspetti da discutere e da definire, e il nostro blog si propone come un luogo virtuale dove scambiare analisi, riflessioni e proposte sui temi che ruotano sul governo del territorio e sull’Area Metropolitana di Genova in particolare.

Vorremmo che tanti si unissero alla nostra riflessione, portando contributi da diverse discipline, per comporre una sintesi dove Urbanistica, Economia, Diritto, Sociologia, Politica, Geografia, Paesaggio, Ecologia, ecc. siano i tasselli, tutti egualmente importanti e necessari, in grado di definire un percorso possibile verso un futuro di sviluppo sostenibile e di equità sociale per il nostro territorio.

L’Area Metropolitana di Genova è aperto ai vostri contributi, quanto più saranno numerosi, tanto più ricco e fecondo sarà il ventaglio delle proposte e delle possibili soluzioni che verranno offerte a coloro che hanno il compito di portare avanti, nel concreto, il processo di governo dell’area vasta genovese.



[1]Genova, Arenzano, Avegno, Bargagli, Bogliasco, Busalla, Camogli, Campoligure, Campomorone, Casella, Ceranesi
Cogoleto, Davagna, Isola del Cantone, Masone, Mele, Mignanego, Pieve Ligure, Recco, Ronco Scrivia, Rossiglione, Sant’Olcese, Savignone, Serra, Riccò, Sori, Tiglieto, Uscio, Crocefieschi, Montoggio, Torriglia, Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Montebruno, Propata, Rondanina, Rovegno, Valbrevenna, Vobbia, Lumarzo. Per la restante parte dei comuni, non rientranti nell’area metropolitana, era prevista l’istituzione di una nuova provincia. (Camagni e Lombardo, 1999  -Romagnoli, 2003).

[2] sarà la conferenza metropolitana, composta da tutti i sindaci dei comuni della provincia e dal commissario provinciale ad elaborare e deliberare lo statuto che dovrà poi essere ratificato dal primo Consiglio metropolitano.

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